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Sei indispensabile? Occhio alla trappola!

21 Nov, 2022 | Crescita personale

Dimmi una cosa:

  • Sei una di quelle persone che accettano sempre di lavorare fino a tardi o in pausa pranzo?
  • Finisci con il cucinare / stirare / fare qualsiasi cosa mentre gli altri guardano la TV?
  • Si rivolgono tutti a te per i loro problemi certi che tu li ascolterai e saprai risolverli?
  • Provi risentimento per le richieste che ti vengono fatte e per il modo in cui gli altri ti danno per scontata?

Disponibile o a disposizione?

Se hai risposto sì a queste domande, molto probabilmente sei caduta nella trappola dell’essere indispensabile.
La caratteristica principale della trappola è che, di solito, sei tu che ti ci infili, spesso motivata dalla convinzione profonda che se farai tutto per tutti, se sarai disposta ad ascoltare e farti carico dei problemi di chiunque, allora sarai degna di essere amata e potrai ricevere amore, gratitudine e riconoscenza.

Invece la realtà dei fatti è che finisci per sentirti frustrata, esausta e risentita perché viene data per scontata e dovuta la tua dedizione. E ti ritrovi a dire la classica frase: “Con tutto quello che faccio / ho fatto per te / voi, vengo ripagata così?”.

La trappola dell’essere indispensabile

Come ti infili nella trappola? Per esempio, quando rifiuti le offerte di aiuto insistendo che “ce la faccio, grazie”. Oppure quando accetti di lavorare oltre il tuo orario o di assumerti i compiti fastidiosi lasciando intendere che lo fai volentieri. Oppure ancora quando pensi che fai prima a fare tu qualcosa che a spiegarlo o insegnarlo ad altri.

Capire come sei caduta nella trappola è il primo passo che fai verso la responsabilità delle tue azioni e quindi verso la soluzione.

Tieni presente anche che, cercando di essere indispensabile, di fatto potresti causare delle difficoltà alle persone che aiuti, de-responsabilizzandole. Te lo spiego velocemente con due esempi:

  1. Giovanna viene presa in giro dalle sue coinquiline perché a 20 anni non sa cuocere un piatto di pasta né fare la lavatrice o rifarsi il letto. È la figlia di una “madre indispensabile” che faceva tutto per lei rendendola incapace di provvedere a sé stessa.
  2. Agata ha 75 anni e trascorre tutto il giorno davanti alla TV. Sua figlia viene due volte al giorno per prepararle i pasti, rassettare casa, fare il bucato ecc. Agata non ha problemi fisici che le impediscano di essere autonoma e provvedere a sé stessa. È solamente madre di una “figlia indispensabile”.

Ora le buone notizie! Se sei tu stessa a infilarti nel cul de sac dell’essere sempre a disposizione, per fortuna puoi essere anche tu che ti togli di lì!
Vediamo qualche suggerimento per farlo.

Uscire dalla trappola dell’essere indispensabile

La consapevolezza è la base di partenza di tutte le soluzioni.
Quindi prenditi un po’ di tempo e fermati a riflettere, aiutata da queste domande:

  • quando cado in questa trappola?
  • con quali persone e in quali contesti specifici?
  • come mi fa sentire?
  • in quali altre situazioni riesco o sono riuscita a dire di no senza difficoltà?
  • perché è importante per me essere sempre a disposizione degli altri?

Smetti un attimo di leggere l’articolo, prendi carta e penna e rispondi sinceramente.
Poi continua a leggere e a lavorare su di te e per te con questi tre suggerimenti.

3 suggerimenti

1) Se non sei TU a pensare a te stessa e alle tue esigenze, chi altri lo farà?

Se trasmetti il messaggio che le esigenze degli altri sono più importanti delle tue, come puoi biasimare chi ci crede?
In sintesi, se non ti ami e ti rispetti tu per prima, perché dovrebbero farlo gli altri?

Allora, la prossima volta che provi rancore o risentimento per quello che “devi” fare, chiediti:

  • perché ho accettato di fare questa cosa?
  • è proprio vero che “devo” farla? chi me lo impone?
  • di che cosa ho bisogno in questo momento?

2) Quando sai che cosa vuoi e di che cosa hai bisogno, è il momento di comunicarlo chiaramente agli altri.

La lettura del pensiero al momento non è ancora possibile, dunque non ha senso aspettartela dagli altri, non credi?

Se ciò di cui hai bisogno, ad esempio, è un supporto nelle faccende di casa, invece di fare allusioni su quante cose ci sono da fare e quanto sei stanca, chiedi apertamente l’aiuto di cui hai bisogno e accetta di buon grado l’idea che gli altri possono avere modi diversi dal tuo di eseguire uno stesso compito.
Ah, e magari ringrazia gentilmente quando vieni aiutata!

Convinzioni del tipo “se mi vuole bene lo dovrebbe capire da solo/a che ho bisogno di …..” sono la strada sicura verso l‘infelicità. La tua e quella di chi ti sta intorno.

3) Immagina ora il tuo futuro e le situazioni in cui potresti ricadere nella trappola.

Annota tutte le situazioni che ti vengono in mente: per ciascuna scrivi ciò di cui hai bisogno e programma in che modo potrai uscire dalla trappola o evitarla.
Puoi aiutarti esaminando ogni punto della tua lista con queste domande:

  • devo proprio farmi coinvolgere? nessun altro può farlo?
  • ho tempo ed energie per assumermi anche questo compito?
  • posso lasciare la responsabilità a qualcun altro?
  • ho bisogno di aiuto?

Farti carico di tutto non ti rende indispensabile e più degna di essere amata (questo lo sei già!). Ti rende solo tanto stanca e arrabbiata, cose che non giovano di sicuro alle tue relazioni né, soprattutto, a te stessa.

Lavoraci seguendo gli spunti che ti ho dato e se, strada facendo, qualcosa non ti è chiaro o ti accorgi di aver bisogno di una mano, contattami! Sarà un piacere per me affiancarti!

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