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Accettazione o rassegnazione?

1 Mar, 2022 | Crescita personale

Accettazione o rassegnazione: spesso questi due termini vengono considerati sinonimi quando invece hanno significati molto diversi, anche e soprattutto a livello energetico e comportamentale. Cerchiamo di capirne di più insieme!

Partiamo dal vocabolario.

La Treccani ci dice che accettazione significa: “l’atto dell’accettare o dell’accogliere “. La definizione di rassegnazione è: “la disposizione dell’animo ad accogliere senza reagire fatti che appaiono inevitabili, indipendenti dal proprio volere”. Già solo da queste due definizione salta agli occhi la differenza profonda che c’è tra accettazione e rassegnazione, tra essere attivi e creatori o passivi e vittime.

Due impronte diverse

Sono due energie completamente diverse tra loro. Accettare significa smettere di litigare con la realtà dei fatti e passare oltre. Se qualcosa è, è. Va bene così. Soprattutto se è indipendente dalla tua volontà o dalla tua area di influenza. Soprattutto se sono azioni commesse da altri o fatti che sono già accaduti. Solo quando riesci ad andare oltre, puoi anche andare avanti nella tua vita.

Le azioni che derivano dall’accettazione sono produttive perchè nascono da uno stato d’animo equilibrato e non in conflitto. Quando sei rassegnata invece cerchi di tollerare, ti sottometti, ma sotto sotto stai solo cercando di sopportare la sofferenza. E sopportare qualcosa è come mettere un coperchio sopra una pentola di acqua che bolle: prima o poi stress, rancore e frustrazione traboccano.

Quello spigolo dell’anima…

Quando non vogliamo qualcosa è normale irrigidirsi, è un processo automatico. Un po’ come quando sbatti in uno spigolo e il dolore e lo stupore ti lascino un attimo senza fiato. Ma proprio perchè è un riflesso condizionato, dura solo pochi attimi. La stessa cosa avviene quando sei preoccupata, hai paura o sei arrabbiata. Ma perchè rimanere contratta dopo che quell’attimo è passato?

Estendere quella contrazione alle ore successive è una scelta personale che ricade sotto la tua responsabilità. Attaccarsi a quella contrazione vuol dire lottare, resistere, metterti in assetto di guerra. Ma contro cosa? Cosa non vuoi accettare? E’ negare qualcosa che esiste già, è una perdita di tempo e di energia. La realtà è che resistendo e opponendoti ti illudi di avere la situazione sotto controllo. Ma se una cosa è già accaduta, come puoi controllarla?

La domanda che ti aiuta

Accettare, l’abbiamo detto, significa prendere coscienza di ciò che è. E da lì ripartire per capire come si può andare avanti. Dunque, ogni volta che ti capita di sentirti confusa, di avere paura, di sentirti rifiutata, non ascoltata, ferita nei tuoi sentimenti chiediti:

posso stare con quello che c’è?

Se la risposta è sì (e lo è quasi sempre), se puoi sostenere la confusione e le altre emozioni senza fuggire e senza chiuderti, allora sei a cavallo. Non c’è più la contrazione di cui parlavamo prima, ma anzi ci sono espansione, apertura, crescita, sviluppo, fioritura.

Ricorda: ciò che ti spaventa perde ogni forza nel momento in cui smetti di combattere.

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