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Preoccuparti serve?

21 Apr, 2022 | Crescita personale

Preoccupazione e stress viaggiano spesso in coppia e si alimentano a vicenda, anche se in realtà sono due cose molto diverse. Tu sei dentro o fuori dal club dei preoccupati cronici? Sai come puoi gestire la tua preoccupazione? Preoccuparti serve?

Le differenze

La preoccupazione di solito è associata a qualcosa che potrebbe accadere: è la paura dell’ignoto oppure di quello che non vuoi. Lo stress, invece, è la reazione di adattamento e risposta a qualcosa che è già avvenuto.

Ti faccio un esempio per spiegarmi meglio: tamponi una macchina mentre stai andando al lavoro. Probabilmente soffrirai di uno stress dovuto al rilascio di adrenalina, poi al dover chiamare i vigili urbani, al dover avvisare l’ufficio del ritardo, al compilare i moduli dell’assicurazione ecc. La preoccupazione, invece, descrive il timore di dover raccontare al tuo partner o ai tuoi familiari di aver avuto l’incidente.

Preoccuparti è quindi al tempo stesso una perdita di tempo e un fattore che va ad aggravare lo stress. Quindi non serve. Il gioco non vale la candela, non credi?

So che sei un asso a dire agli altri di non preoccuparsi, ma quando si tratta di te come te la cavi?

Eccoti qualche suggerimento utile da applicare se hai l’impressione che la preoccupazione sia un po’ troppo presente nella tua vita e contribuisca a “fabbricare” il tuo stress.

1. Fai la lista

Cominciamo con il classificare le tue preoccupazioni.
Prendi carta e penna ed elenca le situazioni che solitamente ti preoccupano e cioè che:

  •  ti vengono in mente quando meno te lo aspetti
  •  disturbano il tuo sonno o ti fanno stare sveglia la notte
  •  ti fanno sentire una stretta allo stomaco
  •  ne continui a parlare ma senza risolvere.

Una volta fatto l’elenco, a fianco di ogni voce individua la paura su cui si fonda la preoccupazione (es.: un avvenimento importante nella vita dei figli –> la paura è che siano feriti da un eventuale fallimento o che un fallimento si rifletta negativamente sul nostro rapporto).

Infine verifica se c’è un tema che si ripete spesso e che ti può portare a dire “tendenzialmente mi preoccupo di cose che…“.

2. Il quaderno delle preoccupazioni

Prendi un piccolo quaderno da portare sempre con te: ogni volta che qualcosa ti preoccupa, annotala nel quaderno e dimenticatene. Se lo ritieni necessario, rileggi le preoccupazioni in un “periodo di panico.” Cos’è il periodo di panico? Ora te lo spiego.

3. Il “periodo di panico”

Ritagliati in agenda una mezz’ora di tempo una volta alla settimana per riflettere sulle tue preoccupazioni (se ti preoccupi veramente tanto, all’inizio fallo tutti i giorni): trova un posto tranquillo, stacca il telefono e riprendi il tuo quaderno. Per ogni preoccupazione che hai scritto rispondi a queste domande:

  • cosa ti preoccupa esattamente?
  • qual è la cosa peggiore che potrebbe accadere?
  • cosa faresti se accadesse?
  • cosa puoi fare per evitare che accada il peggio?
  • qual è il miglior risultato possibile che può scaturire da questa situazione?
  • cosa puoi fare per aumentare le possibilità che si verifichi?

Sarà molto interessante conservare questi quaderni per vedere, a distanza di un anno, cosa ti preoccupava, cosa è successo realmente e capire se valeva effettivamente la pena di angustiarti.

Prova e fammi sapere come va. Se ti accorgi che ti occorre una mano, contattami!

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